E vissero “famosi” e contenti

Marisandra Lizzi
5 min readJun 14, 2024

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Un percorso in 12 incontri su base settimanale per le persone che vogliono avere un impatto positivo sul mondo ma hanno perso la motivazione.
La tua passione può fare la differenza. Parola dopo parola.

Da quando ho scoperto che esisteva una professione, la comunicazione, che mi avrebbe consentito di utilizzare le mie passioni più grandi, lettura e scrittura, per costruire storie e illuminare percorsi di persone in grado di avere un impatto positivo sul mondo, non ho mai smesso di amarla, studiarla, praticarla e innovarla. Dalla lezione in cui Franco Perugia nel 1996 mi mostrava per la prima volta la sua famosa “croce” che mappa Istituzioni, Comunità locale, Stakeholder e Mercato, ho capito che per cambiare realmente il mondo era importante intessere, intorno a persone visionarie, relazioni con pubblici diversi definendo per ciascuno linguaggi e angoli di notizia. Di questo mi occupo con entusiasmo dal 1998, quando sono entrata ufficialmente nel mondo della comunicazione. Da allora è stato amore e dedizione assoluta. Ho intessuto moltissime reti di relazioni umane sempre nel tentativo di migliorare davvero questo meraviglioso mondo onlife, dove tutti noi viviamo collegati, connessi dalla nostra energia vitale e materialmente dalle reti digitali.

Abbiamo sempre aiutato i nostri clienti a costruire la loro visibilità, eppure mi sto rendendo conto che la fama non va sempre d’accordo con la felicità. Anzi, capita spesso che, arrivati a un certo livello di notorietà, vedo in loro comparire e crescere inesorabilmente sentimenti di disagio, di disorientamento, che talvolta sfociano addirittura in rabbia o odio.

Photo by visuals on Unsplash

Molte persone, all’apice della loro carriera professionale, devono fare i conti con un’immagine pubblica di sé che non sempre è coerente. Questo disallineamento può limitare il loro benessere e minare quella sensazione di appagamento, teoricamente assicurata dall’aver conseguito quel ruolo così ambito e dalla relativa fama che ne deriva. Osservando e studiando la loro comunicazione, soprattutto attraverso i social media, traspare solo luce. La vita di ognuno di noi però è molto spesso divisa tra luci e ombre. Ho visto persone che abbiamo intervistato e magari seguito per anni, a volte decenni, arrivare al successo così agognato con un grave peso sul cuore.

Mi sono interrogata, a lungo, su questo lato oscuro della fama. E l’immenso amore per il mio lavoro e la profonda stima verso quelle persone che con le loro idee riescono a cambiare il mondo, mi hanno spinto ad approfondire la logica di queste dinamiche tossiche. Mi sono interrogata su come poter costruire la loro reale identità, utilizzando al meglio quegli stessi strumenti con i quali con successo abbiamo forgiato la loro immagine pubblica.

Come possiamo riallineare questi due elementi? Come riunificare le due “persone”, pubblica e privata, consentendo di vivere traguardi professionali e personali con serenità? Sono sempre più convinta che la ragione principale che determina questo malessere, questa scissione dell’anima, dipenda dal peso della maschera esterna che hanno scelto di indossare. Una maschera che grava sul corpo come un’intera corazza, e che inevitabilmente, su lungo termine, ha bisogno di essere alleggerita, se non di essere completamente eliminata.

Photo by Lloyd Newman on Unsplash

Praticando dal 2003 la Bioenergetica con la mia maestra, Sidrea Besacchi, ho capito che si tratta proprio di un appesantimento energetico che ci auto-infliggiamo e che è fatto di vincoli, di attese, di pre-occupazioni che carichiamo sul nostro corpo e che progressivamente si trasformano in pesi che aggravano il nostro volo, che ci fanno precipitare, minando la nostra la capacità di ascoltarci davvero. Zavorre di cui consapevolmente possiamo liberarci.

Ho sperimentato in prima persona questo percorso e ha funzionato talmente bene che ho deciso di studiare il metodo inventato da Pino Ferroni, il Bioenergetic-Shen Treatment (in questo post ho spiegato di che cosa si tratta), seguendo per sei anni la sua scuola. Grazie all’abnegazione dei suoi insegnanti, che non ringrazierò mai abbastanza, la scuola è andata avanti anche dopo la morte improvvisa del suo fondatore e persino durante la pandemia, che tanto ha danneggiato le attività di chi si occupa di tecniche corporee e di con-tatto umano.

Nel 2023 mi sono diplomata in questa meravigliosa scuola e da anni sto provando a portare i suoi insegnamenti all’interno del mio lavoro. Il nuovo percorso che ho creato va in questa direzione. Attraverso strumenti molto semplici da utilizzare, aiuto le persone che vogliono avere un impatto positivo sul mondo ad allineare costantemente la loro maschera esterna con il proprio vero sé, per vivere in modo autentico e coerente la loro quotidianità.

Vivere in funzione della maschera esterna non ci consente di essere felici.

Arriviamo al punto di non sapere più cosa realmente ci fa stare bene, che cosa possiamo fare per vivere attimi di estatica serenità nella nostra quotidianità. Studiando tutto questo, ho provato a portarlo nella vita e nel lavoro. Ora sento fortissima l’esigenza di condividere quanto ho imparato. Per questo ho sviluppato un percorso che utilizza diverse tecniche, molto semplici da apprendere, per riscoprire la il proprio vero sé, seppellito e coperto da anni di polvere in qualche remoto cassetto della nostra anima e allinearlo il più possibile con l’immagine esteriore. Attraverso un percorso strutturato in 12 incontri settimanali offline e online aiuto le persone che vogliono avere un impatto positivo sul mondo a comunicare meglio con la propria interiorità e a sviluppare il proprio piano di vita, allineandolo all’immagine pubblica. Con il passare degli anni spesso dimentichiamo quali sono le nostre passioni, non diamo loro spazio e questo alla lunga ci stanca, rendendoci meno capaci di esprimere al meglio il nostro potenziale.

Photo by Caroline Veronez on Unsplash

Questo breve e divertente percorso sarà come un ponte da attraversare per raggiungere il nostro vero sé. Se sentiamo di non essere allineati al 100% con quello che facciamo ogni giorno, l’unica intervista che dobbiamo imparare a realizzare è quella a noi stessi. Lo faremo insieme, passo dopo passo, parola dopo parola.

Se ti interessa approfondire ci vediamo il 15 luglio alle 15 in una masterclass gratuita in chiesetta a Milano in via Palmanova 20 oppure, se sei lontano, ci possiamo tranquillamente vedere online su Meet, questo il link.

Per iscriverti clicca qui

L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.

Italo Calvino | Le città invisibili

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Marisandra Lizzi

Scrivere per migliorare il mondo, partendo dal mio e poi allargando il raggio parola dopo parola